lunedì 10 aprile 2017

Prova

Storie e magie dell’olio d’oliva : Pomeriggio d’infanzia 4


Buongiorno! Entrambi si voltarono di scatto e videro la persona con la quale il padre doveva incontrarsi. Rispondendo al saluto si diressero in direzione della porta d’ingresso dell’edificio, di qualche passo indietro seguì loro come un’ombra. Un vecchio portone di legno custodiva il vecchio edificio. Alcuni giri decisi di una vecchia chiave nella toppa del portone ed entrarono in fila uno dietro l’altro. Un odore acre li accolse. L’ambiente, i muri e i pochi suppellettili presenti, erano impregnati del profumo di olio di oliva. Il tutto, da vecchia data, era testimone della spremitura di numerose tonnellate di olive che negli anni erano passate all’interno di quel misterioso e vecchio edificio.    




Storie e magie dell’olio d’oliva: Pomeriggio d’infanzia 3



Dopo il ponte svoltano a sinistra e subito dopo, padre e figlio, imboccano un sentiero che fiancheggia per poche decine di metri il fiume, superando un enorme e secolare albero d’ulivo. Proseguendo lungo il sentiero i fitti cespugli si diradano all'improvviso, lasciando intravedere una strana e curiosa, agli occhi del bambino, vecchia casa, con una ruota enorme immersa nell'acqua.






Roberto il Guiscardo




Una straordinaria e dettagliata descrizione fisica di Roberto il Guiscardo tramandata da Anna Comnena (storiografa bizantina)

«Questo Roberto era di stirpe normanna, di condizione oscura, cupido di potere, d'ingegno astutissimo e coraggioso nell'azione: aspirava soprattutto alla ricchezza e alla potenza dei grandi e, non tollerando alcun ostacolo alla realizzazione dei propri disegni, prendeva tutte le precauzioni per conseguire il suo scopo incontrastabilmente. La sua statura era notevole, tale da superare anche i più alti fra gli individui; aveva una carnagione accesa, i capelli di un biondo chiaro, le spalle larghe, gli occhi chiari ma sprizzanti fuoco. La conformazione del suo corpo era elegantemente proporzionata. Si racconta che il grido di quest'uomo avesse messo in fuga intere moltitudini. Così dotato dalla fortuna, dal fisico e dal carattere, egli era per natura indomabile, mai subordinato ad alcuno.»




Non si dovrebbe tuttavia accordare molta fiducia a tale descrizione: la principessa bizantina nacque nel 1083 e Roberto morì nell'estate del 1085. In realtà la tradizione bizantina, nella quale l'Alessiade di Anna Comnena si inscrive, tendeva ad esaltare virtù e qualità dei nemici per magnificare ancor di più quelle del generale che li aveva sconfitti. In questo caso tale tesi si consolida, considerando che la principessa era figlia di Alessio I Comneno, l'imperatore che fronteggiò l'avanzata del Guiscardo nei Balcani. Le citazioni prese dalla letteratura classica, l'attenzione alle proporzioni del corpo, il complesso di valori che Roberto incarna nell'Alessiade si declinano perfettamente secondo i canoni dei gusti raffinati della corte di Bisanzio, erede dello sfarzo romano e della raffinatezza ellenistica.
Con un pizzico di malizia, inoltre, si potrebbe ipotizzare che, per descrivere l'adone bello e aitante che sfolgora nel passo sopracitato, Anna Comnena si fosse ispirata ad uno dei tanti mercenari normanni (i vareghi), che dal secolo X avevano sostituito gli Excubitores, ossia la guardia personale dell'imperatore bizantino; o più semplicemente al figlio di Roberto, quel Boemondo che passò da Costantinopoli nel 1097 affascinando tutta la corte imperiale e l'adolescente Anna. (Fonte Wikipedia)